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quando l'archivio diventa arte

anna maria monteverdi, 2010

Il Tam Teatromusica, storica compagnia teatrale e video-teatrale Italiana, taglia l’ambito traguardo dei trent’anni di attività artistica e lo celebra con una mostra antologica davvero memorabile. A Padova. Era il 1980 quando Michele Sambin, Pierangela Allegro e Laurent Dupont unendo le rispettive professionalità nel campo delle arti performative, della musica e della videoarte sperimentale, danno vita alla compagniacon sede a Padova.

là on son stato io mè

Andrea Porcheddu, 2004

A Padova, terra non sempre ospitale, il Tam si è radicato e ha - per così dire - generato nuove energie. Da qualche anno, infatti, i «veterani» si sono aperti a nuove generazioni di artisti, con laboratori e spettacoli, dando vita a una felice miscellanea di lingue e stili: un po' come se la dodecafonia avesse incontrato l'heavy metal, la pittura il graffitismo, il verso poetico quello rappato, innestando corto-circuiti creativi che nulla perdono della profonda e radicata ansia di ricerca, ma anzi arricchiscono di nuove possibilità creative tutto il gruppo. Gli accostamenti non sono casuali: il Tam ha sempre coniugato prosa, musica, danza, arti visive, video con elegante maestria e anche questo nuovo lavoro ne è coerente dimostrazione.

Ecco, dunque, che sotto i bastioni dimenticati di Padova, in uno spazio fuori dal mondo e dal tempo, eppure cuore antico della città, il Tam allestisce ...Là on' son stato io me, digressione viscerale e vitale nel mondo violento di Ruzante, nume tutelare del gruppo padovano: un omaggio, al di là dell'affetto «artistico», particolarmente sentito, dal momento che il padre di Michele Sambin, storico e profondo conoscitore di Angelo Beolco, è mancato recentemente e a lui questo lavoro è dedicato.

giustizia e teatro istituzioni al tramonto

Antonio Attisani, 1995

...Si può rivolgere ora l'attenzione al lavoro svolto in carcere dal Tam prendendo spunto da Giotto: un lavoro che appare, aldilà del progetto culturale soggettivo e della effettiva caratura artistica, come una mirabile allegoria su inizio e fine di una civiltà (anche giuridica). Rivolgendogli lo sguardo se ne ricava anche la percezione della contraddizione tra teoria e pratica della scena, essendo la prima in grado di cogliere un portato di cui la seconda, pur essendone produttrice, non sembra consapevole...

 

          

 

 

 

 

Rinascite del teatro dallo spirito della musica

Antonio Attisani, 2010

 

Quella del TAM è una storia che non comincia e non finisce, perché è nel flusso delle arti intrecciate tra loro che caratterizza il Novecento, flusso proprio come Fluxus, il movimento pilota di questa consapevolezza e nuova operatività. E in questo senso non è una storia, se non nell’anagrafe dei suoi protagonisti, ma una serie di atti, di attraversamenti del tempo e dello spazio, tramite opere che consistono nell’incontro sempre rinnovato con le forme, e nella partecipazione alla loro vita, vale a dire in una epigenetica, un intervento che spettina e ripettina le loro manifestazioni per sintonizzarsi continuamente con la loro essenza.

 

Potrebbe sembrare una storia non italiana, se si guarda al catalogo teatrale ufficiale, ma la sua estraneità è in realtà planetaria e la ricollega a qualcosa che nella seconda parte del XX secolo è accaduto in tutto il mondo: la performatività delle arti ha cambiato l’arte performativa e viceversa, e il processo è tuttora in corso.

 

Ruzante futuribile tra suono e immagine

Ana Maria Monteverdi, 2003

 

...Ritorno "futuribile" al passato anche per la scelta di una performatività solitaria, quella con cui Sambin aveva inaugurato la sua attività artistica, eclettica ed eccentrica (cine- video musicale) negli anni Settanta e a cui il Festival Invideo di Milano dedicherà significativamente una retrospettiva nel prossimo autunno...

 

megaloop i 30 anni del Tam in mostra a Padova

Annamaria Monteverdi, 2010

 

...Nella mostra che celebra il trentennale della compagnia, Megaloop a cura di Riccardo Cardura, aperta fino all’inizio di giugno, va in scena la memoria, in un allestimento generoso, ricco e curatissimo che rende onore al coerente lavoro artistico, intermediale per eccellenza, del TAM. Attraversando lo spazio, lungo le diverse stanze, vengono letteralmente alla luce i fili del tempo, quasi inseguendo la raffinata traiettoria di immagine-suono che ha contraddistinto il gruppo sin dagli esordi...

 

festival Micro Macro di Reggio Emilia

renato palazzi, 1984

...una proposta di grande suggestione, piena di poesia e di ironia, uno dei rari casi in cui la sperimentazione va davvero sottobraccio con una intensa spettacolarità. Cè da augurarsi che qualche teatro italiano se ne accorga.

 

 

stregatto

premio ETI, 1994

A Era nell'aria espressione di un teatro non descrittivo e di un linguaggio originale in cui convivono gratuità del gioco e ritualità dell'immagine...

effetto Megaloop nel segno dell'Uroboro

Silvia Mei, 2010

 

...Una mostra, un libro e un archivio per documentare creativamente e criticamente i 30 anni di attività artistica e di storia teatrale di una delle maggiori compagnie italiane, Tam Teatromusica, fondata nel 1980 da Michele Sambin, Pierangela Allegro e Laurent Dupont, diversamente provenienti dalle arti visive, dalla performance art e dalla musica...

 

il violoncello e le frecce

Sergio Garbato, 2004

 

...frammenti che vogliono essere e sono segni nel tempo che stabiliscono un diretto rapporto con le origini del Tam. Quadri viventi percorsi e percossi dalla musica per evocare e ricomporre le frantumate e occulte strutture del reale come nel rinascimentale teatro della memoria di Giulio Camillo...Ecco gli strumenti musicali come fuori di sé, animati da forze misteriose e invisibili e abitati da suoni impazziti, linee e macchie luminose che si impadroniscono dello spazio. E sono gli stessi attori-musicisti a diventare strumenti, anch'essi estraniati al consueto e risvegliati da un sonno profondo e lontano e ora presenti a se stessi. Vengono forse dalle profondità del Tempo per offrirci una sorta di poetica dell'istante che dispone le emozioni come in sogno. E' proprio il colore del Tempo quello che domina in questi quadri sonori. Tempo inteso come durata effimera, ma possibile. Durata di un suono o di un accordo o di una dissonanza. Durata di uno sguardo o di una traccia che si disegna con la luce o ancora di corde tese e agitate a folle velocità fino a farle diventare un alone di luce e infine l'ironia e il gioco che rendono ogni cosa quasi domestica e vivibile, perché nel reale abbiamo riscoperto la poesia che credevamo perduta.

 

 

 

 
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