A Padova, terra non sempre ospitale, il Tam si è radicato e ha - per così dire - generato nuove energie. Da qualche anno, infatti, i «veterani» si sono aperti a nuove generazioni di artisti, con laboratori e spettacoli, dando vita a una felice miscellanea di lingue e stili: un po' come se la dodecafonia avesse incontrato l'heavy metal, la pittura il graffitismo, il verso poetico quello rappato, innestando corto-circuiti creativi che nulla perdono della profonda e radicata ansia di ricerca, ma anzi arricchiscono di nuove possibilità creative tutto il gruppo. Gli accostamenti non sono casuali: il Tam ha sempre coniugato prosa, musica, danza, arti visive, video con elegante maestria e anche questo nuovo lavoro ne è coerente dimostrazione.
Ecco, dunque, che sotto i bastioni dimenticati di Padova, in uno spazio fuori dal mondo e dal tempo, eppure cuore antico della città, il Tam allestisce ...Là on' son stato io me, digressione viscerale e vitale nel mondo violento di Ruzante, nume tutelare del gruppo padovano: un omaggio, al di là dell'affetto «artistico», particolarmente sentito, dal momento che il padre di Michele Sambin, storico e profondo conoscitore di Angelo Beolco, è mancato recentemente e a lui questo lavoro è dedicato.