Nelle fiabe, come si sa, non ci sono strade.
Si cammina davanti a sé, la linea è retta all'apparenza. Alla fine quella linea si svelerà un labirinto, un cerchio perfetto, una spirale, una stella –
o addirittura un punto immobile dal quale l'anima non partì mai,
mentre il corpo e la mente faticavano nel loro viaggio apparente.
Di rado si sa verso dove si vada, o anche solo verso che cosa si vada.
L'illuminazione verrà da sé quando il tempo sia maturo:
la meta cammina dunque al fianco del viaggiatore.
In realtà egli l'ha in sé da sempre e viaggia verso il centro immobile della sua vita.
(cit. da "Gli imperdonabili" di Cristina Campo)