testo e regia Daniela Nicosia
interpreti Marco Continanza e Massimiliano Di Corato
immagini video Mirto Baliani scene Bruno Soriato
luci e suono Paolo Pellicciari
Teatro d'attore
Età consigliata: 8/13 anni
Durata: 70 minuti
MERCOLEDÌ 27 APRILE 2022, ORE 10
PICCOLO TEATRO DON BOSCO
Educazione potrebbe semplicemente significare: abitudine a osservare, riflettere, discutere, ascoltare, capire […].
Detto più semplicemente, prendere l’abitudine a pensare.
Alberto Manzi
Il maestro è una figura fondamentale della società democratica: l’esperienza di Alberto Manzi attesta come alfabetizzare sia emancipare, sia espressione di un futuro che include, che mette a frutto i talenti dei suoi cittadini, rispettandone diritti e doveri.
Lo spettacolo ripercorre la biografia di Alberto Manzi dal primo dopoguerra, nel carcere minorile Aristide Gabelli di Roma, agli anni ’ 70 in Sud America con gli Indios, dall’insegnamento per adulti in Tv con la celebre trasmissione degli anni '60 Non è mai troppo tardi, a quella più recente per gli extracomunitari, tutte esperienze mosse dalla convinzione che alfabetizzare sia aiutare ad evadere dal carcere dell’ignoranza che genera violenza, modelli autoritari, emarginazione sociale.
Educare al piacere del pensiero, questa in sintesi la pedagogia di Manzi, che per tutta la vita considerò il suo ruolo quale mediatore di saperi trasmessi attraverso l’interrogarsi sulle cose, l’esprimere senza timore le proprie opinioni, idee, cognizioni e da esse dedurre significati, insegnamenti, conoscenza, secondo un metodo rigorosamente scientifico nell’approccio, estremamente creativo nei modi.
“Non sai scrivere? Vieni qui, facciamolo insieme, vedrai che è facile.” Un invito garbato e gentile che vale per i bambini, gli indios, gli extracomunitari, gli analfabeti adulti, perché non è mai così facile, e non è mai troppo tardi per imparare a leggere e scrivere la vita.
Tib Teatro realizza progetti e spettacoli di teatro contemporaneo sia per gli adulti che per i più giovani declinando la stessa poetica, caratterizzata dalla cura del lavoro sul testo e sull’attore - propria del segno artistico di Daniela Nicosia - che nel perseguire un teatro dell’emozione, trae spunto da diverse fonti drammaturgiche: letteratura, arti visive, strutture architettoniche dei luoghi.