08.06.2015

Teatro Infanzia Teatro Civile

Teatro Infanzia, Teatro Civile

 

 

Se civile è tutto ciò che riguarda l'essere umano in quanto partecipe di una comunità organizzata attorno a valori di convivenza, e seteatro civile è quel teatro che, per contenuti d'interesse collettivo e per rapporto con il pubblico a cui si rivolge, dà corpo a quei valori che sono il fondamento della cittadinanza, anche il teatro per l'infanzia è allora, a tutti gli effetti, teatro civile in quanto riconosce al bambino la capacità di essere soggetto che elabora, soggetto con dignità culturale nella società in cui vive. Nella condivisione con l'adulto che lo accompagna nell'esperienza di spettatore, inoltre, il bambino crea a sua volta una comunità.

 

Tam Teatromusica, sin dalle origini, dà espressione alla sua vocazione per un teatro civile, non solo perché si rivolge all'area del disagio (in particolare alla popolazione detenuta), ma perché da sempre si dedica con forte impegno alla stessa realtà evolutiva (i piccoli e piccolissimi), portando avanti con serietà una ricerca sui linguaggi teatrali. Offrire ai bambini ciò di cui hanno bisogno per crescere come individui e come membri di una comunità rappresenta l'impegno di ogni società civile e l'importanza dei linguaggi teatrali per la formazione dei piccoli è stata ormai ampiamente riconosciuta. La capacità di sviluppare la fantasia e la sensibilità emozionale e critica propria dei linguaggi teatrali rappresenta uno strumento valido per stimolare quell’immaginario senza il quale l'essere umano non può costruirsi. E Tam, consapevole dell'importanza di far incontrare i piccoli, sin dalla più tenera età,con i linguaggi artistici, dedica una parte importante della sua ricerca ai bambini in età da asilo nido creando spettacoli per piccoli a partire dai 18 mesi di vita.

Il teatro per l'infanzia è teatro civile quando si fonda sul rispetto, base di ogni vera convivenza: il rispetto dell'artista verso il suo pubblico, del bambino verso l'oggetto artistico che può riconoscere istintivamente come ricchezza, come piacere e come emozione. Nell'incontro tra i due mondi si realizza un embrione di comunità civile nella quale l'artista offre al bambino valori con cui crescere. Ma il rispetto dell'artista verso l'infanzia è dato in primo luogo dallo sforzo di ricercare un modo efficace per comunicare con i piccolissimi. Per Tam questa tensione si concretizza da sempre nel privilegiare gli aspetti simbolici ed emozionali della comunicazione, considerati come aspetti che hanno la stessa dignità di quelli più elaborati, concettualizzati o più esplicitamente verbali. Teatro civile diventa allora anche il discorso sul linguaggio, strumento principe di ogni società evoluta, ma anche misura delle sue contraddizioni e, a volte, del suo degrado (che spesso, appunto, comincia dal linguaggio). La ricerca di Tam consiste nel trovare forme capaci di entrare in relazione con un pubblico nuovo, non ancora codificato e omologato, ma anche con le tensioni proprie dei tempi in cui viviamo. La sfida civile è quella di stabilire un circuito comunitario embrionale attraverso forme rinnovate di linguaggio, che poggiano soprattutto su componenti gestuali, simboliche, evocative, suggestive e che si nutrono di contenuti archetipici e universali. Attraverso racconti teatrali che non privilegiano il linguaggio verbale, tutte le esperienze interpretative acquistano pari dignità, ogni soggetto diventa autore della propria visione, in una dimensione di riaffermata e radicale democrazia: nella nostra poetica lo sviluppo libero e ricco della persona, anche quella in tenerissima età, produce lo sviluppo libero e ricco di una comunità civile.

Il teatro Infanzia è teatro civile anche per quel che concerne i contenuti e le tematiche che sviluppa: i grandi temi della vita e l'esperienza della scoperta sono al centro dei racconti che caratterizzano le nostre creazioni per i piccolissimi, una ricerca rigorosa verso l'essenza, la semplicità, i concetti-base di ogni microcosmo che si rispecchiano nel macrocosmo.

Il desiderio di incontrare un pubblico di piccolissimi porta naturalmente a indagare le radici del teatro e della comunicazione nella sfida di incontrare il pubblico nell’ambito del pre-verbale, che per il bambino significa esplorare il mondo attraverso i sensi e le emozioni, e per l’artista ricreare dentro di sé le condizioni per ritrovare quelle forme di comunicazione che non conoscono la parola o sono “altro” rispetto alla parola. Per l'artista significa quindi immergersi nel proprio corpo, e nella propria esperienza, come in un archivio di scoperte già vissute, per farle riemergere con nuova intensità.

Tematiche civili sono anche quelle che danno espressione alle avventure artistiche del '900, la trilogia pensata per bambini a partire dai 5 anni sui pittori delle Avanguardie (Chagall, Picasso, Klee, a cui si aggiunge un'analoga propostarivolta ai piccolissimi attraverso lo spettacolo su Kandinsky) dà forma teatrale alle avventure storiche e umane di artisti che fanno parte della nostra identità culturale. E, ancora, civile è la ricerca sui nuovi linguaggi della scena che coniugano la ricerca tecnologica con la sperimentazione artistica e che trasformano dispositivi tecnologici utilizzati dai bambini per la loro attività ludica in strumenti per giocare – e crescere - con l'Arte.

Infine, il teatro Infanzia è teatro civile soprattutto perché fonda una comunità basata su una forte condivisione tra bambini e adulti: è un teatro pensato per i piccoli, ma che parla agli adulti, non solo perché li fa riflettere sull'esperienza del bambino di fronte ai linguaggi artistici (che spesso diventa occasione di scoperta di aspetti sconosciuti del piccolo), ma anche perché rispetta appieno il punto di vista, la sensibilità, la capacità emozionale dell'adulto. Il linguaggio non verbale, per così dire ancestrale, coniugato col linguaggio simbolico, archetipico, permette a ogni età di entrare in relazione con la creazione artistica sulla base della propria storia, della propria esperienza, del proprio bagaglio di conoscenze.

Nel teatro Infanzia l'adulto quindi non è “al servizio” del bambino, non è soggetto escluso, ma è chiamato a condividere con lui un'emozione, a immergersi per primo nell’esperienza della visione, ad aprirsi uno spazio creativo in relazione agli stimoli che il teatro può provocare in lui come portatore di un'esperienza di vita e, nel piacere di vivere il ruolo di spettatore attivo, favorire anche nel bambino la possibilità di tale esperienza. Il Teatro Infanzia diventa, allora, un teatro che a tutti gli effetti fonda una comunità, una comunità empatica. Civile.

 

Flavia Bussolotto

 
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