Per Tam Teatromusica si tratta sempre di esplorare le modalità di traduzione scenica di materiali non drammaturgici, a partire da un principio di composizione che si sviluppa in partitura visiva e sonora. L’ultimo lavoro della trilogia sposta ancora i confini di questi dialoghi. L’universo di Paul Klee funziona come ‘reagente’ chimico che dà luogo a stati di transizione, destinati ad evolvere verso ulteriori ‘reazioni’: un processo indicato sin dal titolo, che contiene l’idea del movimento, dell’evolvere continuo, oltre alla sintesi della visione e dell’ascolto. Questo non è che un passaggio del testo critico di Cristina Grazioli pubblicato per la bella rivista Arabeschi e dedicato all'ultima parte della trilogia della pittura in scena di Tam.
buona lettura!
http://www.arabeschi.it/tam-teatromusica-verso-klee-un-occhio-vede-laltr...
verso Klee ha incontrato per la prima volta i suoi spettatori ideali: i ragazzini. In teatro, a Mirano, 150 minuscole creature dagli occhi senza confini sono riuscite a stupirci. Ascolto e partecipazione legati insieme, al termine domande sensatissime, i corpi a riposo e le menti in movimento... un incontro sano, bello, semplice che ci ha restituito il senso del nostro fare.
Appuntamento a Mirano, giovedì 16 ottobre ore 20,45 con verso Klee. Ingresso libero. Lo spettacolo è stato ripreso dopo la pausa estiva seguita al debutto e rimesso "in sesto" con aggiunta di segni di luce live. Grazie a questa ulteriore fase di immersione (e anche grazie alla pausa che ha consentito di guardare il lavoro con occhi "puliti") sentiamo di aver raggiunto ciò verso cui si tendeva: un lavoro scenico pulsante e vivo. Siamo pronti per il debutto a Milano al CRT il 7 novembre!
Un grazie agli amici di Mirano che ancora una volta sono accorsi in nostro aiuto ospitandoci nel bellissimo teatro (e il parco con animali e piante di ogni tipo non è da meno!).
Con questo spettacolo, che ha debuttato il 6 giugno al Festival di Vimercate, Tam completa la sua personale trilogia della pittura in scena. Per saperne di più leggi qui sotto il diario o guarda in proposte http://www.tamteatromusica.it/proposte/spettacolo/verso-klee-un-occhio-v... e in progetti http://www.tamteatromusica.it/progetto/trilogia-della-pittura-scena.
Con il teatro Maddalene chiuso per ristrutturazione, la produzione verso Klee si sta realizzando grazie al sostegno di strutture amiche che qui vogliamo ringraziare. La prima fase si è svolta presso l'Aula 1914, ospitati da Comitato Mura di Padova, dalla seconda metà di aprile siamo in residenza al Teatro Villa Belvedere di Mirano, all'interno di "BEL-VEDERE" Progetto Culturale Condiviso e Partecipato tra cittadini, operatori e artisti per il Teatro Belvedere di Mirano (Ve), a cura di Echidna Cultura. La terza tappa si svolgerà presso il Teatro Filarmonico di Piove di Sacco grazie alla collaborazione con l'Associaizone Nuova Scena. Il debutto del lavoro è previsto a giugno all'interno del Festival di Vimercate.
La creazione vive come genesi sotto la superficie visibile dell'opera...così scrive Paul Klee nei Diari e poco più avanti annota: un occhio che vede. L'altro che sente. Riflessioni molto vicine a ciò che cerchiamo di realizzare con questo nuovo lavoro. Di seguito ancora qualche nota di avvicinamento...
E’ forse dovuto al fatto di non aver saputo inizialmente scegliere fra la pittura, la poesia o la musica come forma espressiva che, attraverso le sue opere,Paul Klee è riuscito molto più di altri artisti a dare risposte a problemi seri con leggerezza, immaginazione, senso dell'umorismo e semplicità infantile. Questi tratti lo pongono tra gli artisti che maggiormente hanno trovato un equilibrio fra avanguardia e arte infantile. Attingendo a queste caratteristiche lo spettacolosi sta definendo come una sorta di installazione poetica a metà strada tra il giocattolo e la macchina teatrale, in cui prendono vita sia la pittura di Klee, offerta per frammenti e macro ingrandimenti attraverso la video proiezione, che le azioni dei performer con oggetti il più delle volte sonori.
E così, uno dei temi che guida la creazione è il Divertimento sondato sul piano drammaturgico attingendo soprattutto alla passione di Klee per il teatro delle marionette. Due spiritosi personaggi come il clown dalle grandi orecchie e un suggestivo autoritratto, tratti dalla serie di burattini creati per il figlio Felix, si sono trasformati, nello spettacolo, in altrettante maschere che, indossate dai performer ci guideranno attraverso composizioni sospese, tra immagine e suono.
A conclusione del percorso queste e altre figure, lasceranno impresso nello sguardo degli astanti la creazione di un mondo ad arte, gioioso, colorato, mobile, ironico senza negare attraversamenti nell'ombra e nella dimensione più prettamente poetica.
p.allegro@tin.it 19 marzo 2014
La creazione attraversa una fase molto interessante. Parallelamente alla scrittura, prendono vita le improvvisazioni a tema ed emergono le particolarità di questo lavoro che sempre più sentiamo dedicato all'infanzia, non come dato biografico, ma come disposizione d'animo, apertura, curiosità...il tutto nel nome di Klee. Di seguito identifico la fase in cui ci troviamo, attraverso la sintesi dei 3 temi conduttori del lavoro; più qualcosa a proposito della parola in scena.
tema 1 due Figure
Figure che cercano.
Muovono e si muovono per costruire un mondo ad arte
In questo cercare e tendere verso, muovere e trasformare, costruire e togliere sta la sfida artistica/teatrale di questo lavoro.
Le Figure trasformano anche la loro fisionomia reale rivestendola con fisionomie ad arte.
Il loro indossare le maschere è a questo scopo.
A conclusione del loro percorso lasceranno impresso nello sguardo degli astanti la creazione di un mondo ad arte, gioioso, colorato, mobile senza negare attraversamenti nell'ombra e nella dimensione poetica.
Le Figure appartengono, in tutto, a questo mondo altro e ne sono completamente immerse dall’inizio alla fine.
tema 2 nelle stanze
Le Stanze sono un dentro e un fuori che continuamente si alternano tra loro e che a volte si danno in compresenza( una figura è dentro una è fuori): sono luoghi in cui sto o da cui esco e luoghi da cui guardo fuori o guardo dentro.
Le Stanze si compongono e ricompongono, mutano nel movimento
Stanze in luce e stanze in ombra
Stanze abitate stanze attraversate
guardo fuori dalle Stanze / dalle Stanze guardo dentro
attraverso:
la finestra = io sono dentro alla Stanza da cui guardo un altro interno che è la Stanza dell’altro che per me è un esterno pur essendo un interno per l’altro….
la porta = grazie alla quale accedo e/o scompaio, dalla quale spio attraverso una fessura, sulla cui soglia sosto, in attesa di compiere un passo verso…
finestre e porte sono elementi di connessione tra reale e fantastico
se la Stanza è un luogo intimo = illuminazione calda e puntuale
se le Stanze sono un luogo di incontro = la luce è aperta
se le Stanze mutano muovendosi, la luce ideale è quella delle videoproiezioni
le videoproiezioni portano l'esterno (natura) dentro le stanze
tema 3 cercano
nella profondità della superficie, l’invenzione trova la sua più leggera espressione.
puntare a rendere il più possibile semplici le situazioni da agire
prestare ascolto alla dimensione del divertimento nel fare
per usare una formula di klee: puntare a rendere visibile la formazione e non la forma fissata.
questo mondo ricreato ad arte, che pulsa sulla scena,risulta composto da episodi con una loro autonomia. gli episodi sottoposti a composizione daranno luogo a una sequenza in cui i raccordi tra un episodio e l'altro risultano importantissimi.
provo a spiegare perché:
inizialmente il lavoro di creazione consiste nella realizzazione di episodi autonomi, risultato di una fase in cui non si presta ancora attenzione alla composizione o concatenazione di eventi.
successivamente diventano importantissimi gli snodi che fungono da raccordo tra le parti perchè è attraverso gli snodi che possiamosia preservare l’autonomia dei singoli episodi che dare alla composizione un organico disegno d’insieme
una parola, un'immagine, un suono faranno da snodo tra un episodio e l'altro.
Il lavoro di montaggio che verrà messo in atto dopo, terrà conto sia degli episodi che degli snodi per giungere a una composizione.
Ma come far fronte alla necessità di dare alla composizione non tanto uno sviluppo nel tempo bensì un attraversamento nel tempo?
sicuramente attraverso la ripetizione in tempi diversi di elementi (frammenti di episodi) sottoposti a lievi ma evidenti variazioni.
In questo mondo ricreato ad arte tutto si intreccia e niente prevale, c’è armonia, c’è il costruire, c’è solitudine e lavoro comune, c’è il fantastico attraverso il reale e viceversa, c’è ritmo/pulsazione.
Non c’è spazio qui per il conflitto. Le dinamiche saranno tutte questioni interne alla composizione d’insieme, alla creazione.
ricreare un mondo giocando l’incontro
tra l’arte di klee e l’arte di Tam
tra figure oggetti spazio suono luce ombra
a proposito de la parola
la parola in questo lavoro appare come sfondo.
e ci parla di un esterno naturale (animali, vegetazione, eventi naturali, scale da salire...)
solo in questa forma (in forma di parola) l'esterno irrompe nelle stanze
la parola appare in forma di brevi racconti tra oggettivo e poetico
i racconti sono indipendenti uno dall'altro oppure possono darsi come un racconto a puntate
un tema ricorrente è quello della direzione, dell'attraversamento, del percorso nello spazio/tempo
contrappunto alla visione
scopi:
non lasciare inespressa la parola ma usarla come una delle tante tracce presenti al pari della luce/buio del suono/silenzio del gesto = azione/figurazione
usare la parola come dispositivo ideativo ad esempio la parola finale di un breve racconto dà luogo a una visione o azione che è origine dell'episodio
tendenzialmente associati alle proiezioni (tutto da sperimentare)
la parola è più bella se posata su tappeto sonoro
Esempio di incontro tra un titolo di Klee che suggerisce un'azione per figure e oggetti che si sviluppa in un episodio che contiene un racconto in forma di parola suggerito dalla visone di un'opera di klee
(titolo di un'opera di Klee)
umgriff / abbraccio
(azione ispirata dal titolo “umgriff”)
In ombra appaiono due corpi
danno vita a una azione per corpo ombra e oggetti
un oggetto è l’elastico
l’altro è un peso di ferro
i corpi sono legati in un abbraccio che in ombra dovrebbe essere costruito in modo da non apparire per quello che è. Restare ambiguo.
un corpo si stacca e viene in luce, l’altro resta in ombra
si rende visibile l’elastico o gli elastici: il legame che li unisce
si tirano
si mollano
una volta che entrambi siano fuori ha luogo un gioco di lontananza e vicinanza, linearità e rottura della linea grazie ai pesi che posati sull’elastico a terra ne spezzano la linea continua in segmenti diversi e il legame tra i due è meno diretto
lavorare sul gioco di creare ostacoli uno all’altro
si può tendere a ritrovare l’immagine di partenza, quell’abbraccio che alla luce verrà letto con più certezza.
(racconto in forma di parola nato dalla visione dell'opera di Klee “lampo colorato”)
ecco
lampo colorato illumina notte blu
in alto a destra
luna arancione ti guarda
con tutta la sua calma
lampo le ruba il colore e sembra
ridere
luna senza fare nessun
rumore
scivola fra le dita
cade senza rompersi
rimbalza sul tappeto del ricordo
e si trasforma
in un abbraccio
il racconto è detto da una voce fuori campo / prima durante o dopo l'azione
note:
L’elastico come trasfigurazione della linea in Klee
la linea indica, conduce = la stecca
la freccia
il passo a gambe rigide
le braccia aperte in tutte le direzioni
la linea allaccia, congiunge = l’elastico
le braccia nell’abbraccio
la forma dei tamburi
note sull’elastico:
infilati ai polsi e alle caviglie
creano un legame tra l’aldiquà e l’aldilà/ tra ombra e luce
una delle due figure può restare in ombra
l’altra viene alla luce
il legame tra loro è l’elastico
attraverso l’elastico entrambe si portano in luce.
p.allegro@tin.it 28 gennaio 2014
Il lavoro di creazione ha preso avvio. Guarda le foto del modellino/spazio scenico. Anche se tutto e' in divenire e siamo solo all'inizio si è affermata l'idea di uno spazio fisico e mentale che chiamiamo Stanze. Quinte mobili leggere e facilmente manovrabili. Superfici che disegnano diversi piani di profondità. Ricerca sui materiali. Aperture/finestre. Ricerca sulle videoproiezioni frontali e in retro. Ombra.
Se premessa iniziale al lavoro di creazione è stata non offrire delle opere di Klee visione completa ma prediligere elementi (ingranditi, ripetuti, sovrapposti...) come per esempio gli sfondi, sarebbe anche possibile non offrire del corpo del performer visone completa?
Cosa può dare il lavorare sul corpo non intero in termini di visione? Un corpo che si mostri solo parzialmente? Frammentare per poter ricomporre? E ricomporre in quali altre forme? Levare qualcosa è potenziare quello che resta?
Si può osservare che alcune opere di Klee sono dipinte come se proseguissero oltre ciò che viene mostrato, sono la parte di un tutto di cui non tutto è reso visibile all'osservatore anche se si percepisce che esiste. Oltre il visibile.
A proposito della finestra:
“Gli spiriti maligni che disegnavo, immediatamente acquistavano consistenza corporea. Cercavo poi protezione da mia madre e mi lamentavo perché i piccoli demoni mi guardavano dalla finestra”
lo sguardo da dentro verso fuori, ma anche da fuori verso dentro.
“mentre faccia queste meditazioni, il grammofono non cessa un istante di suonare. Stanno intorno con occhi incantati, maschere diaboliche guardano dentro la finestra...”
A proposito dei burattini
La collezione che a ogni compleanno del figlio Felix si arricchisce (circa 50 in un arco di tempo dal 1916 al 25) mostra simboli come il signore e la signora morte, il diavolo il clown dalle grandi orecchie, ma anche un autoritratto e alcune caricature di amici di famiglia o di persone dell'ambiente artistico.
Klee li costruisce ma non li muove lasciando che sia il figlio a farlo. Inizialmente lo spazio scenico in cui avvengono le rappresentazioni è creato con le cornici vuote e allestito in una terra di mezzo tra la camera da letto e il soggiorno della casa.
Prima ancora di immaginare che burattini o marionette possano essere presenze attive sulla nostra scena mi chiedo se sarebbe interessante lavorare sulla maschera?
Un oggetto tridimensionale che i due performer indosserebbero.
Rubare una, due tre quattro (?) teste da altrettanti burattini di Klee.
Ci aiuterebbe anche nella definizione di personaggi che agiscono sulla scena?
Potrebbero essere i due corpi ibridi la risposta allo spirito kleiano di incontro tra astratto e realistico? Il fantastico come terra di mezzo tra figurazione e astrazione?
Due figure si aggirano nello spazio della scena. Abitano le stanze. Compiono gesti solitari (assoli) o in coppia (duetti). Agiscono con oggetti irreali ma presi dalla realtà (fuori scala, rimaneggiati, reinventati...)
E cosa dire poi se in scena ci fossero due burattini o marionette (?) doppio delle due figure? (quartetto ma anche trio)....
Maschere e burattini, spesso appaiono come protagonisti di vite autonome recitate su quel vasto palcoscenico che è la sua opera pittorica.
Le maschere, le bambole, le marionette: dietro si cela spesso Klee. I demoni, e tutte le altre creature grottesche e fantastiche, giocano quindi un ruolo principale nella cosmogonia privata del Nostro, toccando due punti estremamente sensibili del suo pensiero creativo: l’io e il teatro. Klee amava il teatro e l'opera. E pare presentasse la sua stessa individualità come una compagnia teatrale, di cui facevano parte antenati profetici, eroi baldanzosi, dotti e gaudenti, innamorati, padri, zii e zie e comari....
17 novembre 13
A breve avranno inizio le prove del nuovo allestimento. Stiamo individuando uno spazio che ci accolga, dato che purtroppo il teatro Maddalene è ancora chiuso per restauro. In questa nuova avventura di sperimentazione e ricerca sono coinvolti artisticamente Allegro Bussolotto Martinello e Sambin. Ieri ho avuto in prestito da Cristina Grazioli un libro prezioso: Paul Klee Poesie, Guanda edizioni. Oltre al libro ho avuto anche l'adesione da parte sua a seguire le varie fasi del progetto: un accompagnamento che si baserà sul confronto tra le nostre idee e l'ampia conoscenza che la studiosa ha dell'autore e del panorama artistico in cui Klee si trova ad agire.
Dal libro Poesie traggo questa lirica come un auspicio per il nuovo percorso di arte e vita:
Ridurre!
Vogliamo dire qualcosa
in più della natura e si fa
l'incredibile errore di volerlo dire
con più mezzi invece
che con meno strumenti.
La luce e le forme razionali
sono in lotta, la luce
le mette in movimento, piega
angoli retti,
curva parallele,
costringe i cerchi dentro gli intervalli, rende l'intervallo attivo.
Da tutto questo l'inesauribile
diversità
(1908)
ottobre 2013
Maggio '13. Stiamo pensando alla terza parte della trilogia dedicata agli artisti del '900. Dopo Chagall e Picasso, ai quali abbiamo dedicato Anima blu e Picablo, (www.tamteatromusica.it/spettacoli) stiamo ora muovendoci attorno a Paul Klee. Puntare a un rinnovamento dell'arte a partire dall'immaginario infantile, a questa sua frase ci accostiamo per dare avvio alla ricerca. Una prima valutazione: concentrarci sugli sfondi dei suoi quadri che sono bellissimi. Prenderne un frammento e ingrandirlo a tal punto da rendere irriconoscibile il contesto dal quale è stato estratto. La materia cromatica può servire da supporto su cui elaborare nuovi segni grazie alla pittura digitale. Klee ci offre così una parte non troppo definita di sé e su di essa noi insceniamo nuove ipotesi compositive. Lui è origine e lontananza insieme.
Teatro magico è il sottotitolo di un bel volume, edizioni Mazzotta. Stampato in occasione della mostra omonima organizzata nel 2007 a Milano. Cristina Grazioli me lo ha prestato insieme ad altri materiali su Klee, di cui parlerò in un prossimo articolo.
appunti sparsi sul Klee pensiero rintracciati nei libri e nella rete
Klee vedeva le radici dell'arte nella creatività innata dei bambini.
formazione dell'immagine
formazione come processo
formazione come genesi. "
“Buona è la formazione, cattiva la forma. La forma è fine, morte, la formazione è movimento, azione. La formazione è vita"
l'atto creativo come l'azione esemplare del proprio vivere e essere nel mondo. Una fenomenologia non tanto dell'immagine, ma dello stesso atto che la produce, del processo che porta alla realizzazione dell'immagine dagli acquerelli, alla pittura, senza escludere la poesia e la scrittura.
Lo attraevano le stratificazioni, la trasparenza delle strutture e la combinazione dei colori.
La funzione è dinamica, è azione, movimento. Si riconosce nel suo divenire e non può essere colta in una singola tappa che la compone, in una "forma" particolare del suo farsi.
uno spazio costituito dalla luce e dalle modulazioni di questa, dal passaggio cioè dal bianco al nero dell'ombra e della profondità
poi scarnificata, ridotta ad una struttura fatta di linee dinamiche l'amplificazione, un'eco di alcuni elementi che si ripetono, tornano, si sovrappongono, si raddoppiano specularmente.
un proprio vocabolario fatto di elementi semplici: punti diventati linee nel loro divenire, linee che disegnano tracciati ma anche continuamente deviano e si diramano in altri percorsi, elementi che si raccolgono in se stessi, arrotolandosi e poi moltiplicandosi Tutto parte dal punto
la linea è la sovrapposizione di più punti
la superficie la stratificazione di più linee.
Il punto, di cui parla Klee, si trasforma, diviene. Attraverso il proprio movimento, che è dunque genesi, nascita e "formazione", diventa immagine. Ma l'immagine non si identifica nella "forma" che assume, non rappresenta una cosa o un fenomeno. Mima invece il processo stesso della nascita e della trasformazione di tutte le cose, attraverso pochi elementi, semplici ed essenziali, il "processo della creazione" del mondo.
Un processo simile è così anche quello che troviamo nella poesie di Klee.
l'importanza fondamentale della ripetizione "sonora" che costruisce il ritmo
Klee usa la parola come suono ( formazione di violinista in seguito di musicologo e l'interesse per la tecnica compositiva della musica).
La parola è scomposta nelle sue singole componenti "sonore", diventa essa stessa suono e in quanto tale, costruisce lo spazio poetico attraverso la ripetizione, la specularità, il raddoppiamento il ritorno ritmico di alcuni dettagli-fonemi di base.
Lo spazio della poesia si scarnifica, si alleggerisce, si essenzializza, come quello del disegno o della pittura, allontanandosi dalla "rappresentazione" del significato, del senso, per cercare di mimare solo un processo della "formazione": il movimento da cui sorge l'opera,
"Ogni opera è anzitutto un prodotto, non opera che è, ma in prima linea genesi, opera che diviene".
costruzione dello spazio attraverso la composizione di elementi usati come i tasselli indispensabili di un organismo indivisibile,
Klee non voleva arrivare all'astrazione.
L'astrazione, per lui, era già presente nelle cose, nel mondo, bisognava soltanto riconoscerla, cercando non tanto di riprodurre il visibile, ma nel rendere visibile qualcosa.
Le teorie estetiche tedesche della fine del XIX secolo: "trascendentalismo dello stato psichico", Rudolf Steiner
trovano punti di contatto con il pensiero di Klee,
così come anche la poetica della inafferrabilità e vacuità del reale di Mallarmé.
Anche la ricerca di Rilke della parola che nominasse l'essenza di tutte le cose ha punti di connessione con la ricerca di astrazione (o di "assoluto") di Klee.
Poesia e disegno sono dunque due modalità del fare artistico: entrambi mettono in atto un processo che è la genesi stessa dell'immagine, il processo attraverso il quale si arriva all'immagine e ai suoi principi essenziali. »
Klee arriva nel 1914 all'uso del colore: a comporre le immagini attraverso non soltanto movimenti di linee e punti ma anche di colori e volumi colorati.
il colore, diventa l'elemento ulteriore per una riflessione più approfondita sulla costruzione dello spazio.
Usando e pensando i colori Klee parla di "elaborazione di vari tipi di pittura: chiaroscuro cromatico; colori complementari; più colori; la totalità dei colori"
I quadri realizzati dopo il 1914 sono costruzioni all'interno delle quali la ripetizione, la sovrapposizione, la specularità di elementi minimi, si accrescono e si potenziano attraverso l'uso del colore.
la ricerca di Klee verso il non-oggettivo, verso l'invisibile. Rapporti di luce e tonalità
le immagini esprimono l'abbandono dell'apparenza delle cose, per diventare penetrazione delle cose, loro esaltazione attraverso la perdita della verosimiglianza.
Astrazione per Klee significa autonomia dal mondo, dalla cose: "rendere visibile l'invisibile" Klee cerca le caratteristiche delle cose, la loro peculiarità e essenza, al di là delle apparenze.
Non c'è invenzione formale ma riduzione delle forme a puri rapporti e corrispondenze cromatici.
gioco di corrispondenze, al quale Klee non rinuncia mai, perché ogni immagine o quadro sono per lui il tentativo di attraversare lo spazio non di occuparlo con immagini o forme.
Lo spazio è già forma, e non può che essere indagato, per scoprire i processi che lo costituiscono.
un disegno del 1931, Navi - due più una: la presenza del colore rende questo disegno una opera emblematica dell'idea di sintesi tanto ricercata da Klee. ». Le navi sono ridotte a pure linee di contorno. Delimitano uno spazio (bianco) che continua a esistere, identico, anche nello spazio circostante. Lo spazio muta e assume fisionomie differenti. Ma la materia di cui si compone è unica, la sostanza non cambia. La linea che come dice Klee è misura, interagisce con il colore: peso. Il rosso delle due piccole bandiere simmetricamente disposte sulle navi, potrebbe sbilanciare l'equilibrio che, si avverte è precario, perché non c'è nulla di definitivo. Ma la nave che si situa tra le due, interviene per costituire un asse: non soltanto della visione, ma della percezione totale di quello spazio. L'equilibrio dunque resta instabile, incerto e l'incertezza diventa sinonimo di "processo in corso" colto nel suo farsi e senza esiti predefiniti raggiunti.
in controluce o in chiaroscuro
ridotto a luce, ombra, bivio di buio
un continuo alternarsi di visibile e in-visibile come se il visibile divenisse tale perchè si leva il foglio che lo copriva così come mettendo un foglio sopra il visibile appare l'invisibile.
Le immagini che seguono sono riferite al modellino per lo spazio scenico, altre sono foto di Piccoli Pezzi uno spettacolo del 1986.
Qui astratto e realistico si incontrano. Questo lavoro mi è tornato in mente per parecchi motivi. Soprattutto quando ho letto questa bella formula di Klee astratto nei ricordi, in cui un modus astratto ingloba ricordi di elementi del mondo circostante, frammenti di natura, del reale, della psiche.
Guarda anche trilogia della pittura in scena in www.tamteatromusica.it/progetti
maggio 2013