OMERO ILIADE - IL GIOCO DELLA FORZA

Antonio Panzuto / Tam Bottega d'Arte

LUNEDÌ 28 - MARTEDÌ 29 ottobre 2019 ore 10:00 | RIDOTTO DEL TEATRO VERDI
MERCOLEDÌ 30 ottobre 2019 ore 9:00 e 11:00 | RIDOTTO DEL TEATRO VERDI

 

 

Teatro d’immagine e oggetti
Età consigliata 6 / 11 anni
Durata 50 minuti

 

di Antonio Panzuto e Alessandro Tognon
oggetti e scene Antonio Panzuto
luci Paolo Pollo Rodighiero
collaborazione alla scrittura drammaturgica Roberta Scalone
voci classe IIB Scuola Elementare Giovanni XXIII - Padova
suoni e Regia Alessandro Tognon
editing audio Franz Fabiano
organizzazione Alessandra Lazzaro

 

 

mentre nella pianura si affronta la battaglia violenta…

che cosa avverrà?

Che faremo dunque?

 

Tra le parole di Omero e le meravigliose similitudini, avvolte dalla natura e dallo spirito dei venti, la verità impossibile di una guerra infinita che dura fino ai giorni nostri.

Regole di un gioco senza senso apparente, metafore, parole, azioni e caratteri umani, oggetti naturali e semplici dispositivi meccanici, contrappesi che sollevano e abbassano le figure dal mondo, carrucole che spostano il peso da una parte all’altra del campo di battaglia.

Gli Deitramano inganni, mostrano desideri, si amano e si odiano, non danno tregua, muovono i guerrieri e impongono la loro volontà.

 

Nel campo di battaglia le vite distrutte risultano indifferenti al pari di giocattoli rotti da un bambino.

 

Il soldato vincitore è come un flagello della natura. Posseduto dalla guerra, come lo schiavo, è diventato una cosa.

 

(Simone Weil)

 

Achille è il gioco della guerra. Senza Achille l’umanità vivrebbe in pace.

Gli Dei hanno portato via tutto a Ettore: Omero l’ha voluto in tutto e per tutto uomo, e non gli ha risparmiato né il tremore della paura né l’umiliazione della viltà.

 

Nell’Iliade la forza appare dunque come la suprema realtà e insieme la suprema illusione dell’esistenza.

 

(Rachel Bespaloff)

 

 

Figura atipica nel panorama teatrale italiano, Antonio Panzuto è un artista della scena che sfugge alle etichette. Le sue macchine teatrali sono abitate da oggetti e figure azionate a vista tramite grovigli di fili; produce visioni secondo una drammaturgia pittorica che procede per affinità e corrispondenze.

 
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